Mariani - Il caso cuorenero by Masella Maria

Mariani - Il caso cuorenero by Masella Maria

autore:Masella Maria [Maria, Masella]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788875637699
editore: Fratelli Frilli Editori
pubblicato: 2015-04-01T16:00:00+00:00


Capitolo 15

Venerdì

Mentre aspetto che filtri il caffè, mi accendo la prima sigaretta della giornata. E riacchiappo il pensiero su cui mi sono addormentato: chiedere a Torrazzi.

Sono ormai le sette e mezza, volendo si può dire quasi le otto. Lo chiamo sul cellulare.

– Torrazzi? Sono Mariani.

– Ciao, Antonio. Cosa c’è? Stai male e hai bisogno del dottore?

– No, dai!

– E allora, se hai da chiedere qualcosa, spicciati perché sto guidando e per rispondere ho accostato come capita in un passo carrabile. Se mi fanno la multa te la mando.

– Due cose, Torrazzi. La Lamia: le ferite. Può essere stata torturata?

– Direi di sì. Male gliene hanno fatto e parecchio.

– La ferita mortale. Chi l’ha torturata ha spinto troppo o può essere stata lei a sporgersi, non so come dire, per farla finita?

– Chi le ha inferto quelle ferite era del mestiere, non un dilettante. Se è andato troppo a fondo, l’ha fatto volontariamente.

Insisto: – Ma non può essere stata lei a spingersi contro la lama?

– Ci vuole un bel coraggio.

– Altri si sono uccisi per sfuggire ad una morte peggiore.

– Sì, lo so, Antonio. Ma così!

Però Carolina Lamia, a modo suo, aveva coraggio da vendere. – Allora, Torrazzi?

– Tecnicamente direi di sì. Bastava che la corda ai polsi si fosse un po’ allentata. Lei, inarcandosi di scatto, poteva prenderlo alla sprovvista e farsi uccidere. Sì, è possibile. E non ha cercato di chiamare aiuto. Le tracce sono chiare: è stata imbavagliata, ma lei non ha cercato di liberarsi del bavaglio. Non ci sono abrasioni all’angolo delle labbra.

Poi: – La tua ipotesi spiegherebbe anche i segni ai polsi. Di solito chi viene legato si procura lacerazioni cercando di liberarsi, lacerazioni diffuse. Ai suoi polsi solo un’abrasione netta. Come quando tieni la corda al tiro alla fune e ti danno uno strappo improvviso. – Un’altra pausa. – Sì, più ci penso più la tua ipotesi è sensata e spiega due o tre particolari che mi lasciavano perplesso.

– Sul corpo hai trovato tatuaggi?

– Niente. Godeva anche di un’ottima salute. Impeccabile. Una rarità con il mestiere che faceva.

– Quindi niente di interessante.

– Si era fatta legare le tube. Sterilizzare, insomma. Intervento non reversibile. Non voleva figli, questo è certo.

Abbastanza in linea con certi particolari della sua vita.

– E nelle ultime ore aveva avuto rapporti sessuali. Il suo assassino forse si è divertito con lei prima di ucciderla.

– Un’ultima cosa, Torrazzi.

– Dimmi.

– L’arma che è stata usata con la Lamia può essere la stessa che ha tagliato la gola al Degiovanni?

– Da medico direi di sì. Affilata, maneggevole. Come uno di quei vecchi rasoi a mano libera. Ancora qualcuno ne circola.

Un’arma davvero pratica.

Ringrazio Torrazzi e lo saluto.

In questo grande caos c’è qualche sprazzo di ordine.

– Novità sulla Lamia? – Sono appena arrivato nel mio ufficio e pochi minuti dopo si è presentato Iachino.

– Niente.

– Impronte?

– Della Lamia, del Degiovanni e altre non identificate: non di individui schedati.

Però il suo sorriso prelude ad una buona notizia. – Il Dirti non era schedato.

Ora comincio a capire.

– Abbiamo confrontato le impronte trovate a casa della Lamia con quelle del Dirti.



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